luglio 25, 2010 2 min leggi
Arrivato a Goa, ai suoni dei canali di notizie che lamentano la perturbazione del traffico ferroviario nella regione provocata dalla riversa monsina.
Piogge a Goa sono così dense che anche i pensieri si intrappolano e non riescono a trovare la loro strada per le nostre menti.
La mia prima serata qui. Spiaggia di Miramar. Un crepuscolo nuvoloso scuro. Onde feroci. Ruggire costantemente. Oltre e di nuovo. Onde più alte di me che potrebbero ingerirmi e golosi senza nemmeno accorgermi. Acqua che è rossa con il minerale di ferro ricco dotato al mare dal fiume Mandovi. Ogni onda semina e schiuma con energia appassionante grezza. Ho camminato per un'ora - con la mente totalmente in sintonia con l'umore dell'oceano. Anticipando la pioggia - che non è arrivata mentre camminavo lungo le onde.
Ho lasciato. Fermato per un morso - qualche frittella calda da un piccolo carrello. E come lo chef stava facendo le mie uova extra - chilli, è arrivato l'attacco. Inaspettato.
Avrei potuto schernirmi stando in piedi dietro il suo carretto ben attrezzato e evitarlo tutto - come fanno la maggior parte delle persone. Ma ero segretamente longevo per una battaglia, una guerra, uno sfogo di energia selvaggio. Così mi sono alzata e ho combattuto la pioggia. Aperto armato. Affrontarlo senza alcun scudo. Il vento si è unito alla pioggia e due volte sono stato spinto indietro così forte che avevo bisogno di tenere premuto al carrello per conservare l'equilibrio. I miei occhi hanno combattuto e lottato disperatamente per rimanere aperti e guardare come osservatore distaccato. Il mare - a circa 300 metri di distanza - non si poteva più vedere. Gli alberi di cocco a soli 10 metri di distanza erano sfocati.
L'incontrollabile devozione frenetica di tutto nel suo percorso continuava per minuti che si allunga nella tempestività. Stordire il mio viso nudo e i miei sensi e la mia mente - annullarli, renderli disfunzionali - con l'avatar incessante d'acqua. Solo - ma unificato con il cielo scuro gonfio. Uno con la pioggia, che era umido che mai. Uno con il monsone, come la gazzella indifesa sotto la cattura della potente leonessa. Fare fatica sarebbe futile. L'unica opzione era quella di arrendersi - e di permettermi di essere consumato devastando l'energia della pioggia.
Nessun pensiero.
Nessuna gente intorno a trattenermi.
No in attesa di compiti che mi inibiano da scorrere con la passione della pioggia.
Nessun pezzetto di Gulliver a tutti per fermarmi.
Solo io, da solo, consegnandomi all'attacco degli Dei della pioggia.
E poi lo scoppio si è sovvenzionato. Sono sopravvissuto.
Soddisfatto. Twinkling. Aggiornato. Unificato con i cieli. Libero.
Monsoon. Alla spiaggia di Miramare. Goa.
Il post Monsoon @ Miramare apparve primo su The Art Blog di WOVENSOULS.COM.
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